Alla scoperta di Buonopane
Buonopane nuova desidera essere un contributo per cercare di alimentare una maggiore conoscenza e valorizzazione dell’antico borgo che Greci e Romani conoscevano, frequentavano ed apprezzavano. Molto, tuttavia, è andato irrimediabilmente perduto per mancanza di programmazione e sopratutto di sensibilità. Particolare la sezione “arte”: la prestigiosa Buonopane nuova nel poeta Pasquale Balestriere e negli scultori Giovanni di Costanzo e Raffaele Di Costanzo.
Buonopane è una frazione del Comune di Barano, la cui zona alpestre << sale e si allarga a ventaglio sullo schienale dell’Epomeo, staccandosi dai bastioni eruttivi del Monte Posta Lubrano, Monte Tappo, Monte Trippodi e Monte Maschiatta; in quella bassa il tessuto abitativo, seminato lungo l’antica e attuale strada statale, si articola nei vicoli della Cava Candiano, di Terzano, Terone, Buttavento, Nitrodi, in un correre di case, di grotte-cellai dai bianchi contorni: un paesaggio che fin dalle origini si manifesta sede di una civiltà di carattere stanziale>>.
Sulla piazza si affaccia la chiesa del villaggio, la Parrocchia di S. Giovanni Battista, di origine molto antica, nel cui atrio e all’ombra del campanile come scrive lo storico d’Ascia, <<i naturali si radunano nei dì festivi, e mentre i maturi padri si trattengono e discutono delle delle fasi della luna, e fanno i loro prognostici sulle future raccolte, e sui correnti prezzi dei vini e delle mele, i giovani discorrono di caccia, le forosette di amori, e le attempate madri del prezzo delle canape, del lino, e delle tele, e dell’occupazione dei loro telai, della poca puntualità delle loro committenti, mezzane o compratrici>>.
La Chiesa di Buonopane
La bolla di fondazione risale al 1537, ma la sua origine deve porsi più indietro nel tempo. Pietro Monti riporta che nel sec. XIII Buonopane aveva già una cappella dedicata al Santo Patrono. Essa, per alcuni richiami espliciti, era legata alla famiglia Cossa che abitava ad Ischia. Un cronista annota infatti che in quella primitiva cappella “furono conservate l’antichità ed arme della casa Coscia”.
Il colle della Sparaina
La Sparaina è una zona selvaggia, incontaminata, ricca di massi, tra cui quello denominato Cantone. Nelle vicinanze c’è un minuscolo casolare, in parte crollato. Qui c’era un servizio di guardia, un collegamento con altre postazioni, Come il Monte della Guardia (picco dell’Epomeo). In caso di allarme le sentinelle accendevano fuochi e di giorno alimentavano il fumo. I Moropanesi si mostravano particolarmente valorosi nel respingere gli assalti. Le guardi assegnate a questi posti erano nominate della Città (Castello d’Ischia) e remunerate con dodici ducati annui; potevano usare lo schioppo.
Nitrodi
Dire Buonopane è parlare di Nitrodi, la fonte frequentata fin dall’antichità, come dimostrano i significativi reperti. In propostito don Pietro Monti ha scritto che, se si dovesse costruire sul posto un complesso termale, dovrebbe provvedersi ad effettuare un adeguato scavo archeologico. Già nel 1757 presso la sorgente furono scoperti undici rilievi votivi, all’epoca portati al Museo Nazionale di napoli per ordine del re Carlo III. Essi contengono iscrizioni di ringraziamento per l’avvenuta guarigione ad Apollo e alle Ninfe Nitrodes e rappresentano il dio con la cetra e le ninfe con conchiglie e vasi da cui versano l’acqua salutare. Si datano tra l’inizio del I e il III secolo d.C. e costituiscono l’unico complesso di ex voto dedicati a numi delle acque termali rinvenuti in Italia.
Rif. La Rassegna d’Ischia – Anno XVII N° 5 Dicembre 1997